Come si fa il miele?

Come si fa il miele?

Il miele è una delle esperienze gustative più autentiche che vi possano capitare: la natura ce lo regala così come verrà gustato. In questo post vi spieghiamo come Brezzo porta il miele dalle arnie alla tavola rispettando la sua “perfezione naturale”

Il miele è un alimento che nasce perfetto. Lungo tutto il suo ciclo produttivo, subisce poche o nulle manipolazioni, sia nella fase di produzione, affidata alle api, sia in quella di raccolta, filtrazione e invasettamento. Perché si possa gustare così «naturale», il miele richiede un profondo rispetto verso le sue produttrici, le api, e verso la materia prima, che deve essere accompagnata al consumo attraverso lavorazioni delicate e attente a non alterarne le caratteristiche organolettiche e il rapporto con il territorio, di cui si fa espressione.

IL FRUTTO DI UN DIFFICILE EQUILIBRIO La produzione di miele richiede la combinazione ideale di più fattori. Il clima, le api e i fiori devono interagire perfettamente tra di loro affinché sia possibile una buona raccolta. Non è infatti sufficiente che ci siano i fiori perché le api possano produrre miele, ma servono anche le giuste condizioni di temperatura e umidità che permettano ai fiori di rilasciare il loro nettare. E’ un equilibrio sottile e difficile da ottenere, soprattutto in questi ultimi anni dove purtroppo sono in corso evidenti cambiamenti climatici.

Come produciamo il nostro miele? Ve lo raccontiamo in pochi, semplici passaggi.

IL NETTARE DELLA NATURA

Il miele non esiste in natura, è il prodotto del faticoso lavoro delle api, il loro capolavoro. La sua materia prima è duplice:

  1. Il nettare – non il polline – dei fiori. Le api bottinatrici (ovvero le raccoglitrici) suggono la sostanza viscosa e zuccherina prodotta dagli organi ghiandolari dei fiori, e la trattengono all’interno del loro corpo.
  2. La melata. Sostanza zuccherinaprodotta dal metabolismo di afidi e altri piccoli insetti che si nutrono della linfa delle piante. Le api raccolgono la melata da rami e foglie dove viene depositata, in ambienti in cui è scarsa la produzione di nettare, come i boschi. La melata, sebbene diversa dal miele di nettare, è da considerarsi un miele a tutti gli effetti.
Le api bottinatrici di un’arnia possono trasportare fino a 5 kg di nettare al giorno, visitando oltre 200 mila fiori. Ogni ape può percorrere anche 40 km in un aggio di 3 km: per riempire la sua sacca melaria visita oltre 150 fiori

CI VUOLE STOMACO

Una volta raccolto il nettare o la melata, la prima trasformazione avviene all’interno dell’ape, nella sacca melaria, posta nell’addome. Il nettare si è mischiato alla saliva della bottinatrice arricchendosi di enzimi che hanno la proprietà di scindere il saccarosio in glucosio e fruttosio: il miele comincia a formarsi nello stomaco delle api! 

IL MIELE VENTILATO

Le bottinatrici depongono il nettare nelle famose celle esagonali dell’alveare, costruite in cera, che fungono da dispensa e vengono chiamate favi. Qui avviene un’operazione assai curiosa. Api ventilatrici sbattono le ali per asciugare e far maturare il miele, sottraendo acqua e permettendogli una conservazione prolungata. Ci vuole circa un mese perché il miele raggiunga il giusto grado di maturazione. A questo punto, le api operaie lo sigillano con un sottile strato di cera.

Il miele non ha bisogno di conservanti perché le api lo hanno già pensato come scorta di cibo a lunghissima conservazione! 

UN FURTO GENTILE

Compito dell’apicoltore è quello di perpetrare un … furto. Ma con delicatezza e attenzione. Al termine della fioritura va ad estrarre il miele, ma non lo prende tutto. “Ruba” soltanto la parte in eccedenza, quella contenuta nel melario (la parte superiore dell’alveare). Le scorte, contenute nel nido, non vengono mai intaccate perché servono alle api per il loro nutrimento. Con un apposito strumento il miele viene disopercolato, si toglie cioè il sottile strato di cera che sigilla le celle. Il miele è pronto a fluire.

GIRA LA SMIELATURA

A questo punto i favi disopercolati vengono posti in cilindri rotanti che, grazie alla sola forza centrifuga, estraggono il miele.

DECANTAZIONE, AL CONTRARIO

Il miele non ha bisogno di alcun intervento chimico o di tipo termico. Viene filtrato e convogliato in contenitori di acciaio dove riposa e si purifica tramite decantazione per affioramento. In superfice emergono le bolle d’aria createsi durante la smielatura e salgono tutte le impurità. Il miele, più pesante, si deposita sul fondo.

INVASETTAMENTO

Il miele ormai maturo e libero da tutte le impurità può essere avviato all’invasettamento. In tutto il processo la materia prima non viene mai alterata chimicamente, né termicamente, ma procede dall’arnia al contenitore finale attraverso soli processi meccanici e di filtrazione.

Per evitare di pompare il miele, i nostri decantatori sono posti al piano inferiore rispetto agli smielatori: un passaggio che evita manipolazioni e alterazioni, mantenendo una maggiore purezza

NIENTE INSEMINAZIONI NÉ PASTORIZZAZIONI

Non operiamo nessuna inseminazione del miele, ovvero non misceliamo miele di diversa natura per ottenere cristallizzazioni più uniformi. Questo snaturerebbe la genuinità del prodotto, slegandolo dalla sua componente territoriale. Il miele di Brezzo non subisce pastorizzazione. Non viene sottoposto cioè a temperature elevate al fine di renderlo più liquido al momento dell’invasettamento.

La pastorizzazione del miele facilita la lavorazione e rende il miele liquido, esteticamente fluido. Ma altera la sua genuinità: fa sì che la parte viva del miele (gli enzimi titolari degli effetti benefici del miele stesso) vengano distrutti.

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Honey is one of the most authentic taste experiences that exists: nature in its pure form, exactly how it should be savored. Here, we’ll explain how Brezzo brings honey to your table, respecting its natural perfection.

Honey is born perfect. During its production cycle, it undergoes very few manipulations (or none at all), from production by bees to harvest, filtering, and packaging. Honey deserves a deep respect in terms of its producers, the bees, and towards the product itself, which should be gathered and consumed with attention and care so as not to alter its natural characteristics and rapport with the territory that it expresses.

FRUIT OF A DIFFICULT BALANCE The production of honey requires the ideal combination of numerous factors. The climate, bees, and flowers must interact perfectly for a good harvest. It’s not sufficient that there are just flowers for bees to make honey, but there must also be the right temperature and humidity conditions that allow the flowers to produce nectar. The balance is delicate and difficult to obtain, especially in these past few years in which, unfortunately, climate change is disrupting the balance.

How do we produce our honey? We’ll tell you in a few simple steps.

NATURE’S NECTAR

Honey is the masterpiece of bees, and it has two primary ingredients:

  1. The nectar – not the pollen – of flowers. The forager bees ingest this viscous, sugary substance from the flower’s glandular organs.
  2. The honeydew. This sugary secretion is produced by small insects that feed on plant sap. Bees collect the honeydew from stems and leaves where it has been deposited in areas where nectar is scarce, like in forests.
Forager bees can transport up to 5 kg of nectar in one day, visiting over 200,000 flowers. Each bee can also travel 40 km in a 3 km range, visiting over 150 flowers to fill its pollen basket, or corbicula.

FROM THE FLOWER TO THE STOMACH

Once the nectar or honeydew is collected, the first transformation of the material happens within the bee in its stomach. The nectar mixes with the bee’s saliva, which enriches it with enzymes that turn sucrose into glucose and fructose. Honey begins its transformation in the stomach of bees!

DRYING THE HONEY

The foragers deposit the nectar in the hexagonal wax cells of their hive, which serve as storage areas and together form the honeycomb. Here, a very interesting process takes place. The bees flap their wings to dry out the honey, evaporating water and allowing for longer conservation. This process takes about a month until the honey reaches the right degree of water content. At this point, the worker bees seal it in the wax cells, called “capping.”

Honey doesn’t need conservatives because the bees already treat it as a long-term food supply!

A CAREFUL BURGLARY

The apiculturist’s work is to pull off, essentially, a burglary. But this is done with gentleness and great care, and not all the honey is extracted. Only the excess honey is “stolen,” that which is contained in the supers (the upper section of the hive). The stored honey in the hive is never touched, because it provides nutrients and replenishment for the bees. Using a special tool, the cells are uncapped and the honey can be extracted.

ROUND AND ROUND

At this point, the extracted hive is put in a rotating cylinder that extracts the honey via centrifuge.

THE OPPOSITE OF DECANTING

Honey has no need of chemicals or temperature interventions. It is filtered and gathered in stainless steel containers where it rests and purifies via a type of decantation. Air bubbles that were created during the centrifuge rise to the surface, with all impurities. The pure honey is heavier, and so remains on the bottom.

JARRING

The honey, free of impurities, can now be jarred. During the entire production process, the honey is never altered chemically or thermally, but goes from the hive to the jar using only mechanical means.

To avoid pumping the honey, our decanters are located one level lower than the extractors, avoiding manipulations and alterations to maintain purity.

NO ADDITIONS OR PASTEURIZATION

We add no additional honey to the original, which some do to obtain uniform crystallization. This would spoil the genuineness of the product and disconnect it from its territory. Brezzo honey is also not pasteurized. It is never subjected to high temperatures to liquify it to help with jarring.

Pasteurization makes the honey more fluid and thus easier to jar, but it alters its authenticity, destroying the living components of the honey (the enzymes, which carry beneficial properties).
Miele, spezie ed erbe officinali: la forza della natura a servizio del nostro benessere

Miele, spezie ed erbe officinali: la forza della natura a servizio del nostro benessere

Nella storia della medicina, miele ed erbe officinali hanno sempre rivestito un ruolo di primo piano.

Un celebre esempio è contenuto nel De Rerum Natura di Lucrezio. In apertura del suo poema, il letterato latino ricorda che mettere in versi concetti filosofici è operazione simile a quella dei medici che, prima di somministrare ai fanciulli l’amara medicina (il «ripugnante assenzio»), bagnano i bordi del bicchiere con il «biondo liquore», affinché ne sia facilitata l’assunzione.

Grazie all’assenza di contaminazioni, alla dolcezza e alla sua digeribilità, il miele è sempre stato un veicolo ideale per le proprietà officinali delle erbe, amplificandone i benefici e favorendone l’assimilazione.

Un utilizzo che Brezzo ha recuperato attraverso la linea Miele Natura, nata dall’idea di unire la purezza del miele alle proprietà officinali di erbe e spezie.

Una serie di prodotti studiati per agire su ambiti specifici del nostro organismo (in particolare gola, vie respiratorie, sistema immunitario e apparato digerente) che il Ministero della Salute ha riconosciuto come integratori alimentari, ovvero alimenti che, assunti a integrazione della dieta, favoriscono l’apporto di principi nutritivi di comprovata utilità salutistica.

Che cos’è la linea Miele Natura?

La linea Miele Natura proposta da Brezzo comprende sei diversi tipi di prodotto, composti da un mix di ingredienti specifici. La base è costituita da mieli monoflora di altissima qualità, purissimi e non pastorizzati secondo la tradizione Brezzo, a cui vengono aggiunti estratti di erbe e spezie. In alcuni casi la formula viene completata da altri prodotti naturali delle api, principalmente propoli e pappa reale.

Quali sono le proprietà di Miele Natura?

Miele Natura è una vera e propria linea “funzionale”, ovvero studiata per alleviare sintomi infiammatori, rafforzare le difese immunitarie, dare energia, favorire la liberazione delle vie aeree o agire come lenitivo e ricostituenti dell’organismo.

Quali le dosi consigliate?

Una volta scelto il prodotto adatto vostre esigenze, basterà assumere un cucchiaino di Miele Natura al giorno, meglio se al mattino e a stomaco vuoto per massimizzarne gli effetti sull’organismo. 

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BALSAMICO
Naso, gola, vie respiratore

L’azione del miele di eucalipto si unisce al potere balsamico del pino mugo, della menta, dell’eucaliptolo e del mentolo. Grazie alla sua azione balsamica, è un potente alleato contro i raffreddori dell’inverno, le vie respiratorie congestionate, la gola e il naso irritato.

ENERGIZZANTE
Ricostituente

Il miele di sulla, unito al ginseng e alla pappa reale, rende questo preparato un eccezionale ricostituente in grado di donare forza e vigore all’organismo e combattere stati di stanchezza fisica e mentale, scarsa concentrazione o inappetenza. La pappa reale è ricca di vitamine ed amminoacidi, mentre il ginseng è un valido alleato nei casi di stanchezza e spossatezza.

DOLCE BENESSERE
Sistema immunitario

Il miele di melata, unito all’echinacea, all’uncaria e all’astragalo, aiuta a rafforzare l’efficienza del sistema immunitario. L’uncaria, l’echinacea e l’astragalo favoriscono le naturali difese dell’organismo e l’echinacea promuove la corretta funzionalità delle alte vie respiratorie e la difesa contro le sindromi influenzali. L’astragalo, infine, è utile per le sue proprietà di toniche e rinvigorenti.

DOLCE GOLA
Gola irritata e infiammata

Il miele di tiglio, unito al pino mugo, alla propoli, alla cannella e all’erisimo è espressamente indicato per alleviare i sintomi della gola infiammata. Il pino mugo favorisce il benessere di naso e gola. L’erisimo (o erba dei cantanti) promuove un’azione emolliente e lenitiva sulla mucosa orofaringea e sul tono della voce.

MIELE E CURCUMA
Digestione, pelle e benessere

La curcuma è un antinfiammatorio naturale, un antiossidante e un alleato della digestione. Aiuta a combattere l’invecchiamento della pelle e la formazione di radicali liberi. Unita al miele di acacia contribuisce a mantenere in salute l’organismo.

MIELE E ZENZERO
Antinfiammatorio e depurativo

Lo zenzero, noto per le sue proprietà antinfiammatorie, ha effetti disintossicanti e depurativi. È un potente antinfiammatorio e anti-aging. Insieme al miele di acacia, costituisce un mix per una dieta sana e ricca di gusto.

In the history of medicine, honey and medicinal herbs have always played a leading role.

A famous example is contained in De Rerum Natura by Lucrezio. At the opening of his poem, the Latin man of letters remembers that to put into philosophical concepts is an operation similar to that of doctors who, before administering the bitter medicine (the “repugnant absinthe”) to the children, wet the edges of the glass with the ” blond liqueur “, so that it is easier to drink.

Thanks to the absence of contamination, sweetness and digestibility, honey has always been an ideal vehicle for the medicinal properties of herbs, amplifying the benefits and favoring their assimilation.

A use that Brezzo has recovered through the Miele Natura line, born from the idea of ​​combining the purity of honey with the medicinal properties of herbs and spices.

A series of products designed to act on specific areas of our body (in particular the throat, respiratory tract, immune system and digestive system) that the Italian Ministry of Health has recognized as food supplements, or foods that, taken as a supplement to the diet, favor supply of nutritive principles with proven health benefits.

What is the “Natura Honey” line?

The Nature Honey line proposed by Brezzo includes six different types of products, composed of a mix of specific ingredients. The base is made up of high-quality single-flower honeys, very pure and unpasteurized according to the Brezzo tradition, to which are added extracts of herbs and spices. In some cases the formula is supplemented by other natural bee products, mainly propolis and royal jelly.

What are the properties of “Natura Honey”?

Honey Nature is a real “functional” line, which is designed to alleviate inflammatory symptoms, strengthen the immune system, energize, promote the release of the airways or act as a soothing and restorative organism.

Quali le dosi consigliate?

Once you have chosen the right product for your needs, just take one teaspoon of Honey a day, better in the morning and on an empty stomach to maximize its effects on the body.

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BALSAMIC
Nose, throat, respiratory tract

The action of eucalyptus honey is combined with the balsamic power of mugo pine, mint, eucalyptol and menthol. Thanks to its balsamic action, it is a powerful ally against winter colds, congested airways, throat and irritated nose.

ENERGIZING
Tonic

Sulla honey, combined with ginseng and royal jelly, makes this preparation an exceptional tonic able to give strength and vigor to the body and fight states of physical and mental fatigue, poor concentration or lack of appetite. Royal jelly is rich in vitamins and amino acids, while ginseng is a valid ally in cases of fatigue and exhaustion.

SWEET WELLNESS
Immune system

Honeydew honey, combined with echinacea, uncaria and astragalus, helps strengthen the efficiency of the immune system. The uncaria, the echinacea and the astragalus favor the natural defenses of the organism and the echinacea promotes the correct functionality of the upper respiratory tract and the defense against the flu syndromes. Finally, the astragalus is useful for its tonic and invigorating properties.

DOLCE GOLA
Sore and inflamed throat

Lime honey, combined with mountain pine, propolis, cinnamon and erisimo is expressly indicated to alleviate the symptoms of the inflamed throat. Mountain pine favors the well-being of the nose and throat. The erysime (or grass of the singers) promotes an emollient and soothing action on the oropharyngeal mucosa and on the tone of the voice.

HONEY AND CURCUMA
Digestion, skin and wellness

La curcuma è un antinfiammatorio naturale, un antiossidante e un alleato della digestione. Aiuta a combattere l’invecchiamento della pelle e la formazione di radicali liberi. Unita al miele di acacia contribuisce a mantenere in salute l’organismo.

HONEY AND GINGER
Anti-inflammatory and depurative

Ginger, known for its anti-inflammatory properties, has detoxifying and purifying effects. It is a powerful anti-inflammatory and anti-aging product. Together with acacia honey, it is a mix for a healthy and tasteful diet.

Cuneo, la provincia del miele

Cuneo, la provincia del miele

«Italia, pizza e mandolino».  «Italia, terra di poeti e naviganti».
Dovremmo aggiungere «Italia, terra del miele».

Eh già, perché nel ricco panorama dei prodotti tipici della nostra penisola il miele occupa un posto di primissimo piano, anche se spesso dimenticato.

Le peculiarità geografiche dell’Italia la rendono estremamente ricca di ambienti naturali: montagna alpina e appennino; collina e pianura; foreste di latifoglie e di conifere; mare, laghi, lagune e ambienti fluviali. Ciascuno dei quali è “terreno fertile” per lo sviluppo di piante e fiori caratteristici, materia prima senza la quale, sarebbe impossibile produrre miele.

Soprattutto, la grande disponibilità nella nostra penisola di fiori e piante diverse, con diversi tempi di fioritura, permette una ricca raccolta di miele monoflora, ovvero miele il cui nettare proviene, in netta prevalenza, da un’unica origine botanica, tanto da risultarne sufficientemente caratterizzato dal punto di vista delle peculiarità analitiche e soprattutto organolettiche.

L’Italia, essendo il paese con la maggior biodiversità al mondo, è la regione geografica che regala il maggior numero di miele monofora. L’elenco comprende oltre 50 varietà diverse: dall’acacia ai mieli di agrumi (arancio, limone. mandarino); dal timo al corbezzolo; dal castagno all’eucalipto, passando per il miele di trifoglio, sulla, rododendro, tiglio, ciliegio, girasole, tarassaco e cardo, solo per citarne alcuni. Senza contare le melate di bosco e di abete, che le api producono a partire dalle sostanze zuccherine secrete dagli afidi delle piante.

L’Italia è un unicum nel mondo del miele: un territorio estremamente differenziato che mette a disposizione un gran numero di fioriture scalari di essenze ad alto valore mellifero

CUNEO, LA “PROVINCIA MELLIFERA”

All’interno della vasta produzione di mieli monoflora italiani, la provincia di Cuneo spicca sulle altre. Qui la concertazione di fioriture è eccezionale, grazie alla varietà di paesaggi e specie botaniche.

Nella Granda la raccolta del miele inizia appena sboccia la primavera, grazie ai gialli fiori di tarassaco, per poi proseguire con quella dell’acacia, che fiorisce a inizio maggio fino ai 1000 metri di altezza. Il miele di castagno viene bottinato dalle api a partire da metà giugno, mentre quello di rododendro, la “rosa delle alpi”, una vera rarità perché prodotto nei pressi dei pascoli a più di 1500 metri, avviene da metà giugno a metà luglio (inoltre i fiori del rododendro impiegano 2 anni per sbocciare!).

La stagione del miele prosegue, a fine giugno, con le fioriture del tiglio, un miele giallo oro che può presentarsi o più o meno cristallizzato e con un tipico profumo “mentolato”, e termina a luglio-agosto, con la melata di bosco e di abete, perché gli afidi amano il caldo e l’umidità delle foreste. 

Atlante dei mieli italiani prodotti da Brezzo

Atlante dei mieli italiani prodotti da Brezzo

GERVASIO BREZZO E IL NOMADISMO

Tante e tali sono le varietà di miele che è possibile produrre in provincia di Cuneo, che qui, verso la metà del ‘900, si sono sviluppati i primi esperimenti di apicoltura nomade razionale, ovvero la pratica di spostare le arnie nei tempi e nei luoghi in cui avvengono le fioriture; per raccogliere, lungo tutta la primavera e l’estate, diversi tipi di miele monoflora.

I primi esempi di nomadismo ci arrivano dall’antico Egitto e dai Romani, che muovevano le arnie lungo il corso dei fiumi, ma si trattava di operazioni volte ad aumentare la produttività, non la “purezza botanica”. Fu Don Giacomo Angeleri a introdurre in Piemonte la pratica del nomadismo e a formare in merito i professionisti del settore. Alle sue lezioni partecipava anche Gervasio Brezzo, fondatore dell’omonima azienda apistica (>>leggi il nostro post dedicato alla storia dell’apicoltura Brezzo) allora giovane ed energico apicoltore.

Gervasio fu uno dei primi “allevatori di api” a capire l’importanza del nomadismo per differenziare l’offerta e aumentare l’interesse commerciale e qualitativo dei mieli allora prodotti. Le foto di Gervasio e dei suoi figli che caricano le arnie su vecchi camion alla volta dei pascoli alpini hanno fatto storia; sono i primi documenti piemontesi in merito alla pratica del nomadismo apistico.

Così racconta un bell’articolo di Paolo Faccioli dedicato all’apicoltura in Val Varaita

[Gervasio Brezzo] Andò a prendere accordi col cognato di un pastore che portava le pecore a Monteu, percorrendo un tragitto di sette ore in bicicletta, ed ebbe la disponibilità: “La vallata è tutta vostra”, si sentì dire. Si procurò un residuato bellico, che impiegò cinque ore per percorrere 130 chilometri, e le api arrivarono mezze asfissiate. Ma la prima esperienza portò l’entusiasmo alle stelle, fece costruire 100 nuovi alveari e il secondo anno fece transumare una settantina di famiglie.

Oggi è anche grazie a Gervasio e alla sua lungimiranza che la famiglia Brezzo continua a tenere viva la pratica del nomadismo, diventando l’azienda italiana che produce la maggior varietà di mieli uniflorali.

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Camino Brezzo con arnie

[:en]«Italy, pizza and mandolin».  «Italy, the land of poets and sailors».
We could also add «Italy, the land of honey».

Indeed, because among the many traditional products of our peninsula, honey is one of the most important – even though it is often forgotten.

The unique geographical characteristics of Italy has endowed it with a rich ensemble of natural resources: the Alps and the Apennines; hills and plains; forests of broad-leaved and coniferous trees; seas, lakes, lagoons and rivers. Each is a “fertile soil” for the growth of typical plants and flowers, an important element without which producing honey would be impossible.

Above all, the great availability of different flowers and plants – with different blooming periods – in our peninsula allows the rich collection of monofloral (or unifloral) honey: this is made with nectar that predominantly comes from a single plant species, an element that characterizes its analytical and organoleptic properties.

Italy, a country endowed with a rich biodiversity, is the geographical region that offers the greatest number of monofloral honey. The list includes over 50 different varieties: acacia, citrus (orange, lemon, mandarin), thyme, lavender, chestnut, eucalyptus, clover, French honeysuckle, rhododendron, basswood, cherry, sunflower, dandelion and cardoon, to name a few. This does not include wood and fir honeydew, which bees produce from the sugary substances secreted by plant aphids.

Italy is unique in the world of honey: an extremely diversified territory which provides a great number of essences – in continuous bloom – that produce honey

CUNEO, THE “HONEY PROVINCE”

Within the vast production of Italian monofloral honeys, the province of Cuneo stands out from the rest. Here, the concurrence of flowering is exceptional, thanks to the variety of landscapes and plant species.

In the Granda, honey harvest begins as soon as spring comes, thanks to the yellow dandelion flowers, and it continues with the acacia flowers, which bloom in early May at the height of 1000 metres.  Chestnut honey is foraged by bees starting from mid-June, while honey from rhododendron – the “rose of the alps” – a real rarity because it is produced near pastures at more than 1500 metres, is gathered from mid-June to mid-July (rhododendron flowers take 2 years to bloom!).

Honey season carries on, at the end of June, with the flowering of basswood, which produces a golden yellow coloured honey that can be more or less crystalized and has a typical “menthol” scent, and it ends between July and August, with wood and fir honeydew, because aphids like the heat and humidity of the forests. 

GERVASIO BREZZO AND NOMADISM

Many and such are the varieties of honey which can be produced in the province of Cuneo that here, towards the mid-1900s, the first experiments in rational nomadic apiculture have been developed: it refers to the practice of moving the hives in accordance to the time and place in which flowering occurs, in order to gather different types of monofloral honey during spring and summer.

The first examples of nomadism have been practiced in Ancient Egypt and also by the Romans, who would move the hives along the rivers; but these have been aimed at incrementing production, and not at developing “botanical purity”. Giacomo Angeleri had introduced nomadism in Piedmont; he had also trained professionals in this field. Gervasio Brezzo, founder of the company of the same name (>>read our post about the history of Brezzo apiculture), who was then a young and energetic beekeeper, has also attended his lessons.

Gervasio was one of the first “bee breeders” who had understood the importance of nomadism in order to differentiate the product and increment the commercial and qualitative appeal of the honey produced. The photos of Gervasio and his sons who loaded the beehives on rickety trucks directed to the alpine pastures have made history: these are the first documents in Piedmont about the practice of apicultural nomadism.

Here is what a beautiful article by Paolo Faccioli had to say about apiculture in Val Varaita

[Gervasio Brezzo] He went to make arrangements with the brother-in-law of a shepherd who brought sheep to Monteu, covering a seven-hour stretch by bicycle, and he had the means: “The valley is all yours”, he heard him say. He had gotten hold of a war remains, which took five hours to cover 130 kilometres, and the bees had arrived almost suffocated. But this first experience has gotten him really excited: he had ordered 100 beehives to be made and in the following year he had migrated about seventy families.

Thanks to Gervasio and to his intuition, today Brezzo has continued to keep the practice of nomadism alive, becoming the Italian company which produces the most varieties of unifloral honeys, coming from eight Italian regions: Piedmont, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Calabria, Sicily and Sardinia.

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Elettricità e vibrazioni: ecco come i fiori seducono le api

Elettricità e vibrazioni: ecco come i fiori seducono le api

Perché le api sono attirate dai fiori? Scopritelo nel nostro nuovo post!

Il polline e il nettare sono il nutrimento fondamentale delle api e si trovano nei fiori e nelle piante.

Il primo fornisce soprattutto le proteine e riveste un ruolo principale per la nutrizione delle larve e delle api nutrici, il secondo arricchisce di zuccheri la dieta di questi insetti. I fiori, al fine di potersi riprodurre tramite impollinazione, mettono in atto una serie di strategie per trarre a sé le api. Alcune di queste sono molto semplici e conosciute, altre sono invece frutto di lavoro di seduzione a dir poco straordinario che, evoluitosi per milioni di anni, si è espresso in forme del tutto sorprendenti.

Una conversazione “onesta”, a scosse di Volt

Una curiosa tecnica usata dai fiori per attrarre gli impollinatori è quella di inviare segnali elettrici per comunicare la quantità di polline e nettare a disposizione.

Lo studio viene dall’Università di Bristol. Gli scienziati hanno spiegato che, attraverso scosse elettriche, i fiori rivelano all’ape la quantità di polline e nettare presente al loro interno: avverrebbe quindi una sorta di conversazione “onesta”, in cui la funzione dell’impollinatore verrebbe compensata da una palese promessa di “bottino”.

Ma come viene usata quest’arma di seduzione? I fiori sarebbero in grado di modificare la propria carica elettrica che, fino a 200 Volt, verrebbe percepita dalle api. Il piccolo e invisibile “scambio” trasmetterebbe quindi informazioni preziose all’impollinatore, spinto a posarsi su di un fiore piuttosto che su un altro. D’altra parte i fiori sono generosi: come affermano gli studiosi Daniel Robert, l’ultima cosa che vorrebbero è «attrarre un’ape per poi non riuscire a fornire nettare».

A qualcuno piace dolce: l’udito dei i fiori

Nel dicembre del 2018 sono stati pubblicati i risultati di alcuni esperimenti atti a verificare un’ipotesi davvero particolare.

Lilach Hadany, ricercatrice della Tel Aviv University, si era chiesta se anche le piante, proprio come gli animali, fossero in grado di percepire i rumori. I suoi studi su di una pianta della famiglia delle Onagraceae, l’Oenothera drummondii, hanno mostrato che la concentrazione di zucchero presente nel nettare di questa specie incrementa gradualmente dopo il passaggio delle api. A scatenare la dolcezza delle secrezioni non era però il bottinare degli insetti, ma le vibrazioni delle ali delle api, che l’Onagraceae è in grado di cogliere su precise frequenze. Al contrario, se sollecitata dalle vibrazioni del vento, ad esempio, la quantità di zucchero nel nettare non cambia. La prova che anche le piante possono “ascoltare” è arrivata sottoponendo i fiori a frequenze registrate simili a quelle prodotte dalle api: la concentrazione di zuccheri, ha mostrato la ricercatrice israeliana, aumentava anche del 20%!

Why are bees attracted to flowers? We explore this answer in our latest blog post!

Pollen and nectar, the fundamental nourishment for bees, and are found in flowers and plants.

The former mainly supplies proteins and plays a main role in feeding the larvae and nurse bees, the latter enriching the diet of these insects with sugars. However, it is a symbiotic relationship as he flowers need the bees to reproduce. In order to achieve pollination, the flowers implement a series of strategies to draw the bees to them. Some of these methods are very simple and well-known, others are instead the result of the work of seduction, to say the least. These extraordinary methods that have evolved over millions of years and are still surprising.

An “honest” conversation, with electric shocks

A curious technique used by flowers to attract pollinators is to send electrical signals to communicate the amount of pollen and nectar available. The study comes from the University of Bristol. Scientists explained that, through electric shocks, the flowers reveal to the bee the quantity of pollen and nectar present inside them; therefore, a sort of “honest” conversation would take place, in which the function of the pollinator would be compensated by a clear promise of “booty”. But how exactly does this seduction work? The flowers are able to change the electric charge up to 200 volts, which is still perceived by bees. The small and invisible “exchange” conveys valuable information to the pollinator, who is driven to rest on that flower rather than another. But fear not, the flowers are generous. As scholar Daniel Robert puts it, “the last thing they would like is to attract a bee and then fail to provide nectar”.

Some like it sweet: the flowers listen

In December 2018, the results of experiments to verify a very particular hypothesis were published. Lilach Hadany, a researcher at Tel Aviv University, wondered if plants, like animals, could hear noises. Looking at a plant of the Onagraceae family, the Oenothera drummondii, he discovered that the concentration of sugar present in the nectar of flowers gradually increased after the passage of bees. The increase was triggered by the perception of the vibrations produced by the wings of the bee, which the flower was able to grasp on precise frequencies. In fact, the flowers maintained the same amount of sugar in the nectar when stressed by similar vibrations produced by the wind. By subjecting the flowers to the recorded sounds of bees or similar frequencies, the concentration of sugars in the nectar increased by 20%.

Tutti i numeri delle api e dell’alveare

Tutti i numeri delle api e dell’alveare

Le api sono un microcosmo incredibile, retto da regole che hanno affascinato filosofi e politici di ogni tempo per la loro incredibile organizzazione collettiva. Le api vivono in colonie immense nelle quali ciascun individuo compie un ruolo preciso per la sopravvivenza del gruppo.

In questo post abbiamo voluto raccogliere alcuni numeri delle api, cifre e fatti che sicuramente ne aumenteranno fascino e meraviglia.

L’APE REGINA

L’ape regina incarna davvero lo spirito dell’alveare. È l’ape di maggiori dimensioni, vive più a lungo di qualunque altra e a lei è affidata la sopravvivenza della colonia. Un’ape regina può deporre fino a 2 mila uova al giorno, consumando pappa reale pari a 80 volte il suo peso!
Scopri le curiosità su questa straordinario insetto nel nostro post: Tutti i segreti dell’Ape Regina!

Numeri delle api

APE OPERAIA

Se la regina rappresenta l’identità dell’alveare, l’operaia ne è la colonna portante. Essa è un’ape versatile, instancabile, operosa. Svolge numerosi compiti a seconda dell’età: nutre la regina e le larve, bottina il polline, costruisce il favo, raccoglie il nettare e lo trasforma in miele, lo immagazzina nelle celle, lotta ferocemente per mantenere la sicurezza della colonia. È un’ape multitasking!

Numeri delle api

ALVEARE

L’alveare non è un luogo, ma un essere vivente. Viene infatti definito «superorganismo», una sorta di “mente collettiva” che è più della semplice somma delle sue parti. L’alveare garantisce funzioni che le singole api, anche nelle loro categorie, non sono in grado di svolgere. La sua organizzazione non dipende mai dai singoli, ma dall’insieme. Gli studiosi considerano l’alveare come un’entità dotata di un metabolismo, una fisiologia e anatomia particolari: proprio come fosse composto da organi, di cui il favo è il corpo fisico.
Come è fatta un’arnia che ospita l’alveare? Scoprilo nel nostro post!

Numeri delle api[:en]

Bees create incredible microcosms. They build societies that are governed by rules of collective organization that have long fascinated philosophers and politicians. Bees live in immense colonies in which each individual bee plays a critical role for the colony’s overall survival; there is no room for selfish behaviour.

Today we are sharing some facts, figures, and numbers that are sure to increase your wonder of these incredible animals.

Numeri delle api

I nostri abbinamenti di Natale

I nostri abbinamenti di Natale

Il Natale è arrivato. I piatti tipici sono protagonisti della tavola, ma tutti sono alla ricerca di un particolare che trasformi la tradizione con un tocco di novità, impreziosendo l’esperienza dello stare a tavola.

Seguiteci, dagli antipasti al dolce abbiamo alcune gustose idee per i banchetti delle feste!

INIZIARE CON GUSTO

Non è Natale se non si comincia da un parterre di succulenti antipasti. Tra i moltissimi, spiccano l’insalata russa, il purè con lo zampone, le lenticchie (provate quelle IGP di Castelluccio, croccanti e saporite), i crostini con formaggi freschi, le insalate con aggiunta di agrumi o frutta fresca. Alcuni preferiscono il salmone spruzzato con un limone, o il classico cocktail di gamberi.

IL NOSTRO SUGGERIMENTO

Brezzo, nel corso degli anni, ha creato ricette esclusive per gli antipasti (pomodorini al forno, cipolline, peperoni con tonno, carciofini…). Il nostro suggerimento è però di accompagnare le ricette classiche con una degustazione di paté. Potete sbizzarrirvi creando un centrotavola di crostini accanto ai quali presentare i gusti più sfiziosi: Paté di anatra tartufato, Paté di olive verdi o nere, Paté di tonno, Paté di Tonno con arance o pistacchi (ricette perfette per stupire). Tutti i paté Brezzo sono appetitosi, stuzzicanti, ideali da spalmare sul pane o crostini. Sono preparati seguendo ricette innovative con materie prime accuratamente selezionate e di altissima qualità.

VINO IN ABBINAMENTO

Il vino perfetto per un aperitivo saporito è senza dubbio l’Arneis Docg, proposto dalla nostra Enoteca. Vitigno autoctono del Roero, l’Arneis accompagna qualsiasi aperitivo grazie alla sua fresca sapidità.

TRIONFO DI PRIMI

La tradizione di Natale propone primi di eccezionale bontà. La pasta all’uovo la fa da padrone, sia secca (tagliatelle e tagliolini sono presenti praticamente ovunque) che fresca: agnolotti, ravioli, lasagne. Al Nord qualcuno prepara gli gnocchi, mentre al Sud abbonda la pasta di grano duro in diversi formati.

IL NOSTRO SUGGERIMENTO

Il nostro consiglio è di scegliere un prodotto di qualità, come la Pasta all’uovo e di Grano Duro selezionata da Brezzo: farine di primissima scelta, lavorazioni artigianali, capacità di tenere la cottura in modo eccellente. Se la base di partenza è buona, completarla con un sugo è un gioco da ragazzi. A Natale scegliete un condimento prezioso: come la Fonduta con Tartufo, il Ragù di Cervo o di Cinghiale, la Salsa alle Noci, o il Sugo ai Funghi Porcini. Novità è il Pesto di Pistacchio, ottenuto con pistacchi italiani: trionfo di sapori che, con l’aggiunta di pomodorini o anche solo prezzemolo, trasforma qualsiasi pastasciutta in un primo raffinato.

SECONDI DI PASSIONE

La tavola di Natale abbonda di secondi di carne. Nel Nord è un tripudio di bolliti misti, arrosti con patate, brasati, cotechini con polenta, trippa con sugo e cappone, capretto al forno o capriolo. Più a Sud si prediligono verdure e pesce, baccalà lesso, anguilla fritta, fritture di pesce e sarde.

IL NOSTRO SUGGERIMENTO

Si arriva ai secondi con la fame che sembra ormai spenta. È allora necessario ravvivare l’appetito completando le carni o il pesce con le giuste salse, stuzzicanti, fresche e non pesanti. Brezzo ha studiato una gamma completa di salse che fanno al caso vostro: salsa al Pepe Verde, Senape e Salsa Tartara per carni alla griglia o bollito. Salsa Aurora e Maionese, delicatissime e cremose, per accompagnare il pesce. Niente ci vieta di provare gusti più decisi: come la Salsa rossa piccante, la Salsa verde e la Cögnà (mostarda d’uva), ricette tipiche piemontesi che ormai sono dei must imprescindibili per accompagnare il bollito.

UN MOMENTO PRIMA DEI DOLCI

Natale è il regno dei dessert. Ma non è da sottovalutare il momento che li precede, quello in cui la bocca chiede di essere “viziata”: è la portata dei formaggi, che in quest’occasione va curata con attenzione. Senza esagerare con le quantità, ma accompagnando diversi tipi di formaggio con un abbinamento dolce, che possa richiamare il gran finale di panettoni e Moscato d’Asti.

IL NOSTRO SUGGERIMENTO

Per un tagliere di formaggi che lascia a bocca aperta (e poi chiusa) i vostri commensali, Brezzo propone le Confetture per formaggi e le Mostarde. Prodotti artigianali dai sapori inconfondibili, capaci di abbinarsi, con la loro dolcezza mai stucchevole, a prodotti freschi o stagionati. Provate la Mostarda di mandarancio con il Parmigiano, il Ragusano o un Pecorino stagionato; la Mostarda di Fichi con una toma fresca; la Confettura di Pomodori verdi e fichi è perfetta con gli erborinati; quella di Mele e noci con tutti i formaggi a pasta grassa; mentre la Confettura di Pere e Zenzero dà il suo meglio con il Raschera, il Bra Duro e il Castelmagno.

ANCORA UN VIZIO

Se preferite terminate il pranzo delle feste con la frutta, vi consigliamo le nostre Sciroppate. Frutta freschissima proveniente dalle soleggiate colline del Roero (Castagne, Albicocche, Pesche, Ciliegie, Pere…) o piccoli frutti colti alle pendici delle montagne piemontesi (mirtilli, frutti di bosco, lamponi…). Accuratamente selezionata, la frutta viene immersa in sciroppi dal gusto unico, come le Pere Madernassa al Nebbiolo; le Albicocche, le Pesche o le Prugne al Moscato; e le Albicocche al mirto. Piccole delizie per un gran fine pasto!

Se preferite terminare il pranzo delle feste con un prodotto corroborante e digestivo, provate le Grappolose, frutta immersa in liquore con grappa: un piacere dal carattere deciso, ma dalla gradazione alcolica contenuta, ideali per accompagnare con eleganza e gusto i dessert.

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