Confettura per formaggi: 5 abbinamenti perfetti

Confettura per formaggi: 5 abbinamenti perfetti

Il mondo degli amanti dei formaggi, si suddivide in due categorie: chi ama degustarli in purezza e chi, invece, preferisce abbinarli a mieli e confetture.
Non esiste un unico modo per assaggiare ed assaporare al meglio caprini, erborinati, tome e pecorini: tutto dipende dai gusti personali e dalle abitudini di ognuno. 

Non è un caso però, che soprattutto quando si ordina un piatto di formaggi da degustare al ristorante, questi arrivino accompagnati da composte e confetture. L’abbinamento ormai consolidato tra questi due alimenti ha origini antichissime: è presente una citazione attribuita ad Isaia già nell’Antico Testamento (“Quando imparerà a rifiutare il male e scegliere il bene, mangerà ricotta e miele”) e la leggenda narra che anche Giotto ne andasse ghiotto. 

Il motivo per cui l’unione di confetture e formaggi risulta vincente, sta nel fatto che questi due ingredienti siano complementari: i formaggi, a prescindere dalle loro caratteristiche, sono sapidi e proteici, mentre le marmellate sono dolci e ricche di zuccheri. Unendo questi sapori così contrastanti si crea un gusto equilibrato che stimola la salivazione e i recettori presenti sulla lingua, rendendo l’abbinamento una festa per le papille gustative.

Per bilanciare in modo perfetto sapidità e dolcezza esistono criteri specifici e abbinamenti assodati sono ormai entrati a far parte della tradizione culinaria italiana. In generale, è bene considerare un principio di proporzionalità diretta tra i due ingredienti: più il formaggio è stagionato, più dovrebbe essere dolce la confettura ad esso abbinata.

Cinque confetture per cinque formaggi

Non tutte le confetture sono realizzate con gli stessi ingredienti ed è necessario considerare il tipo di latte usato per produrre il formaggio in abbinamento (vaccino, caprino, di pecora, ecc.) e tener conto della consistenza dello stesso (morbida, stagionata, semidura, ecc.) per creare la giusta unione e la perfetta esplosione di sapori.

Secondo l’Accademia Italiana della Cucina, più il formaggio è morbido, fresco e delicato, meglio si abbinerà a confetture tendenti all’acidulo; più il formaggio è stagionato, a pasta dura e dal gusto deciso, più la marmellata dovrà essere dolce.

Per meglio comprendere questa sinergia e proporre idee facilmente realizzabili e riproducibili anche a casa, faremo alcuni esempi concreti: ecco quindi cinque suggerimenti per abbinare formaggi e confetture firmate Brezzo.

 

1. Confettura di sedano caramellato e gorgonzola

La confettura di sedano caramellato è particolarmente indicata per accompagnare i formaggi poco stagionati ed esaltarne il gusto. Questa confettura comprende tra gli ingredienti miele di acacia, zucchero, aceto di miele e pepe in grani, ed è perfetta in abbinamento a tome giovani e raschera. Se si vuole provare una combinazione alternativa, il suggerimento è quello di accostare il gorgonzola alla confettura di sedano caramellato: il dolce dello zucchero andrà infatti ad equilibrare la sapidità del formaggio, la delicatezza del sedano e del miele bilancerà la leggera piccantezza tipica del gorgonzola, creando in bocca un gusto gradevole, molto vicino all’umami.

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2. Confettura di mirtilli rossi e Castelmagno

La confettura ai mirtilli rossi è perfetta in abbinamento ai formaggi stagionati, per equilibrare il loro sapore. Quella di Brezzo è realizzata con 100g di mirtilli rossi per 100g di prodotto finito: il sapore è molto intenso e fruttato ed il profumo, concentrato e delizioso. 

Dall’altro lato, il Castelmagno è un formaggio a pasta dura e granulosa, il cui sapore dolce e delicato, diventa sempre più forte e amarognolo a mano a mano che si prolunga il periodo di stagionatura: l’acidulo del mirtillo rosso bilancia la dolcezza di una forma giovane; lo zucchero della frutta concentrata equilibra il gusto deciso di un Castelmagno più stagionato. Indipendentemente dal grado di invecchiamento del formaggio, la confettura di mirtilli rossi Brezzo sarà l’abbinamento perfetto!

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3. Mostarda d’uva (Cougnà) e taleggio

La mostarda d’uva (in piemontese “cougnà”) è una conserva tipica della provincia di Cuneo, in particolare di Langhe e Roero. La preparazione unisce molte delle eccellenze del territorio: il mosto d’uva del vino moscato viene arricchito con mele renette, pere, fichi, nocciole I.G.P. del Piemonte, miele, cannella, chiodi di garofano, zucchero e vino marsala. 

Il sapore è dolce e particolarmente fruttato: queste caratteristiche la rendono un accompagnamento perfetto per tutti i tipi di formaggio, anche per i più saporiti. Il taleggio, ad esempio, ha un’aroma pungente e un gusto dolce e delicato, che diventa piccante nelle forme più mature:  la leggera acidità del vino alla base della cougnà bilancia la dolcezza del taleggio giovane, mentre la dolcezza della frutta e del miele rendono equilibrato il gusto del formaggio più stagionato. La presenza delle nocciole croccanti, inoltre, ben si sposa alla cremosità di questo formaggio.

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4. Confettura di fichi senapati e pecorino

La confettura di fichi senapati Brezzo, si caratterizza per il delizioso contrasto tra la dolcezza dei fichi e l’inconfondibile sapore piccante della senape. Il suo gusto, dolce e piccante, si rivela perfetto in abbinamento ad infinite tipologie di formaggi di diversa stagionatura. 

Assolutamente da provare è l’accostamento della confettura di fichi senapati al pecorino: la frutta equilibra la sapidità importante del formaggio, la senape si sposa alla leggera piccantezza che lo contraddistingue e l’acidulo di questa spezia, ben contrasta il forte gusto di latte di pecora che fa da padrone, rinfrescando il palato al ogni boccone.

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5. Confettura di cipolle rosse e provolone

La confettura di cipolle rosse è particolarmente indicata in abbinamento a formaggi molto stagionati e saporiti come  il provolone, il pecorino, il parmigiano o i formaggi affumicati in genere. Si sposa molto bene anche con i bolliti e può essere utilizzata a crudo per dare un tocco di gusto e originalità a piatti di carne e di pesce (ad esempio, tonno o baccalà). 

Questa marmellata è ottima di per sè anche su un semplice crostino di pane, tuttavia, il suggerimento che vogliamo proporre qui, è in abbinamento al provolone, meglio se leggermente piccante. La dolcezza della cipolla e la sapidità decisa del provolone si incontreranno in un connubio di sapore, da far venire l’acquolina in bocca solo al pensiero!

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Scopri tutte le confetture Brezzo

Tutte le confetture e le composte realizzate da Brezzo sono espressione della massima eccellenza del territorio, e della cucina italiana, contengono un’elevata percentuale di frutta fresca e, gli unici ingredienti utilizzati per dolcificare, sono miele e zucchero di canna. 

I presupposti sono, oggi come allora, sempre gli stessi: la continua attenzione alla qualità e la ricerca dell’autentica artigianalità dei prodotti. 

Le confetture Brezzo sono il risultato di una filosofia orientata alla genuinità, alla sostenibilità e al benessere: deliziose spalmate su una fetta di pane, alleate perfette per chi ama cucinare crostate e dolci e una vera e propria festa per il palato, se abbinate al formaggio giusto a fine pasto.

Perché acquistare miele italiano?

Perché acquistare miele italiano?

Più sostenibile, più controllato e anche più buono.

Mai come in questo momento acquistare miele italiano è importante. Non solo come impegno di solidarietà nei confronti di un settore che è stato tartassato dalla concorrenza extraeuropea, ma come scelta di qualità nei confronti di un prodotto squisitamente italiano, che non ha paragoni in fatto di controlli, gusto e varietà.

Per approfondire l’argomento abbiamo intervistato Fabio Brezzo, titolare insieme al fratello Andrea e al papà Giuseppe.
Fabio, l’attuale emergenza sanitaria ha colpito l’apicoltura?
Fabio BrezzoCome tutte le imprese legate ai ritmi della natura, l’apicoltura non si è potuta fermare. Abbiamo così cominciato a raccogliere il miele di melo, tarassaco e ciliegio, ora sta cominciando la raccolta dell’acacia. Naturalmente, sono state prese tutte le misure di sicurezza necessarie, ma la posizione isolata delle arnie e la possibilità di lavorare autonomamente, non hanno creato problemi di assembramento.
Quali sono allora le sfide dell’apicoltura nazionale?
Diciamo che, negli ultimi anni, il mercato italiano è stato invaso da mieli provenienti da mercati europei ed extraeuropei. Un’operazione che ha danneggiato l’apicoltura nazionale a causa dei prezzi molto bassi di questi ultimi, presenti per la maggior parte nella grande distribuzione. Mai come quest’anno sarà importante acquistare miele italiano: non solo un gesto di solidarietà e di orgoglio per un settore tipicamente italiano, ma anche per una scelta consapevole di qualità.
Che differenze ci sono tra miele italiano e miele estero?
Innanzitutto in termini di genuinità e sicurezza. In Italia abbiamo normative rigide e controlli diffusi, che responsabilizzano tutta la filiera, dall’allevamento delle api al confezionamento del miele.
Ci puoi fare qualche esempio?
Da noi è vietato l’impiego di sulfamidici, antibiotici e di pesticidi. Questo non accade sempre fuori dai confini italiani, dove il controllo su queste sostanze è molto meno stringente. Sovente, in particolare presso la grande distribuzione, si trova in vendita miele che è il risultato di miscele di mieli di diverse origini, europee ed extraeuropei, in gran parte provenienti dalla Cina. Questa pratica, pur consentita dalla legge, fa perdere al prodotto finito la sua connotazione originaria e, a nostro avviso, confonde il consumatore. Il miele italiano, inoltre, subisce meno manipolazione, minor trasporto, meno sbalzi di temperatura prima di arrivare sulla tavola dei consumatori. Tutto questo aiuta a preservare la sua purezza e le sue preziose proprietà. Infine, il miele italiano per via della sua straordinaria ricchezza organolettica, è stato riconosciuto come qualitativamente superiore all’assaggio.

Fabio e Giuseppe Brezzo controllano i telaini da favo all’interno delle arnie

Ci sono anche stati stati casi di contraffazione?
Di fronte a prezzi esageratamente bassi, può addirittura capitare che il miele proveniente da diverse origini sia il risultato di contraffazione. Non si tratta quindi di “vero” miele ma di sciroppi artificiali di tipo zuccherino simili al miele ma che con il miele vero non hanno nulla a che vedere. Questa pratica illegale è stata peraltro oggetto di diverse inchieste giornalistiche e ha confermato un timore presente all’interno del nostro mondo. uestopQuesto
In che senso?
L’incredibile biodiversità del nostro paesaggio ci fornisce un numero infinitamente superiore di mieli monofloreali. Basti pensare che, nella sola provincia di Cuneo se ne producono almeno 13 varietà, contro le 3 o 4 dell’Ucraina, che è grande almeno 100 volte la Granda. Non solo: la stessa varietà di miele, in Italia, ha un gusto più profondo e articolato, perché può contare su di una straordinaria diversità di biotipi all’interno della stessa famiglia di piante. Tanto che gli appassionati sanno distinguere un miele italiano di acacia da uno prodotto in altri Paesi europei, per esempio.
Fabio e Giuseppe Brezzo al lavoro

Fabio e Giuseppe Brezzo

Brezzo ha controlli ancora più rigidi sul suo miele?
Tutto il miele che produciamo e che selezioniamo viene analizzato accuratamente e viene invasettato solo se rispetta i più restrittivi standard di qualità e sicurezza. Per preservarne la genuinità, inoltre, non viene sottoposto a pastorizzazione o stress termici di alcun tipo, garantendo il massimo della qualità. La nostra filosofia è che il miele è già “perfetto” quando nasce e il compito dell’apicoltore è quello di mantenerlo il più possibile nella sua purezza originaria.
Dunque, perché è importante acquistare miele italiano?
È più sostenibile, più garantito e… più buono. Nel particolare momento storico in cui ci troviamo, infine, è una scelta di responsabilità e solidarietà verso i tanti apicoltori già colpiti da una concorrenza “sleale”, che oggi vogliono ripartire e farlo attraverso un prodotto che non ha confronti.

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It is more sustainable, more controlled and tastier.

Never before has buying Italian honey been this important. It does not only represent an important commitment and a display of solidarity to a sector that has been up against extra-European competitors, but it is also a choice in favour of quality, embracing an authentic Italian product that cannot be compared in terms of quality control, flavour and variety.

To find out more, we have interviewed Fabio Brezzo, owner of Brezzo together with his brother Andrea and his father Giuseppe.
Fabio Brezzo

Fabio Brezzo

Fabio, has the current health emergency affected apiculture?
Like all businesses closely linked to the rhythms of nature, beekeeping has not stopped. We have started to collect apple, dandelion and cherry honey, and now the acacia harvest is starting. Of course, we have taken all the necessary safety precautions, but the isolated location of the hives themselves and the possibility of working autonomously have ensured that gathering of people would not be possible.
So what are the challenges for the national apiculture?
We can say that, in recent years, the Italian market has seen the arrival of honeys from European and non-European markets. This has greatly damaged Italian apiculture due to the very low prices of these products, mostly present in large retail stores. Never before has buying Italian honey been this important: it is not merely a gesture of solidarity and a show of pride for a typically Italian sector, but it is also a conscious choice in favour of quality.
What are the differences between Italian honey and foreign honey?
The first difference is regarding authenticity and safety. In Italy, there are strict regulations and widespread controls that encourages the whole supply chain to be responsible, from the breeding of the bees to the packaging of honey.
Can you give us some examples?
In Italy, we are prohibited from using sulphonamides, antibiotics and pesticides. This is not always the case outside Italian borders, where control on the use of these substances is much less stringent. Often, particularly at large retail stores, the honey sold is the result of a mixture of honeys with different origins, European and non-European, and these mostly come from China. This practice, although permitted by the law, causes the finished product to lose its original components and, in our opinion, this might confuse the consumer. Furthermore, Italian honey undergoes less handling, its transport does not take too long and it goes through lesser temperature variations before reaching the final consumer. All of this helps in preserving its purity and important properties. Lastly, due to its extraordinary organoleptic richness, Italian honey has been long recognized as being qualitatively superior in terms of flavour.
Have there also been cases of counterfeiting?
With exaggeratedly low prices, it is possible that honey coming from different places is a counterfeited product. Therefore, it is not “real” honey but a mix of sugar-like and artificial syrups similar to honey, but have nothing to do with the real product. This illegal practice has also been the covered by several journalistic investigations, which have confirmed a fear present within our industry. uestopQuesto
What do you mean?
The rich biodiversity of our environment provides us with an infinitely greater number of monofloral honeys. Consider that, in the province of Cuneo alone, at least 13 varieties of honey are produced, compared to the 3 or 4 made in Ukraine, which is at least 100 times the size of the Granda. Not only that: in Italy, the same variety of honey has a deeper and more complex flavour, because it can count on an exceptional diversity of biotypes within the same plant family. This means that, for example, honey enthusiasts can distinguish an Italian acacia honey from one produced in other European countries.
Fabio e Giuseppe Brezzo al lavoro

Fabio e Giuseppe Brezzo

Does Brezzo have even stricter controls on its honey?
All the honey that we produce and select is carefully analysed and can only be packaged if it passes the most restrictive quality and safety standards. Moreover, in order to preserve its authenticity, it does not undergo any kind of pasteurization or thermal stress, guaranteeing maximum quality. Our philosophy considers honey to be already “perfect” when it is made, and the beekeeper’s job is to maintain its original purity as much as possible.
So why is it important to buy Italian honey?
It is more sustainable, highly guaranteed and… tastier. In this particular historical moment in which we find ourselves, buying Italian honey means making a responsible choice and showing solidarity to the numerous beekeepers affected by an “unfair” competition: these are people who want to start again by making a product that has no equal.

 

Tre mieli, aspettando primavera

Tre mieli, aspettando primavera

Gelide giornate di sole e quasi afose settimane di cielo plumbeo. Questo inverno 2020 è stato caratterizzato da un clima anomalo, il più caldo degli ultimi 30 anni, che ha anticipato le fioriture di parecchie settimane.

Una buona notizia per le api, che hanno ripreso a bottinare, visto che sono già spuntati i primi fiori. Un po’ meno buona per noi: il cambio di stagione porta con sé i classici sbalzi di temperatura e, soprattutto, un tempo di adattamento fisiologico che si può manifestare in stanchezza, spossatezza e abbassamento delle difese immunitarie.

Nell’ottica dell’attenzione che Brezzo da sempre riserva ai propri consumatori, abbiamo selezionato tre mieli che, pur adattandosi bene al clima invernale, strizzano l’occhio all’imminente primavera.

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MIELE DI EUCALIPTO

Dall’incredibile gusto di malto e caramella mou, il miele di eucalipto si distingue fra tutti gli altri per il suo particolarissimo profilo aromatico, caratterizzato da note di liquirizia. Questo miele viene raccolto soprattutto nell’Italia meridionale, da due distinte specie di pianta: l’Eucalyptus Camaldulensis, che fiorisce tra luglio e agosto, e l’Eucalyptus Occidentalis, con fioritura settembrina.

Il miele di Eucalipto è naturalmente ricco di antiossidanti e flavonoidi, estremamente utili nella prevenzione di fenomeni infiammatori. Tradizionalmente, è considerato un miele dal consumo stagionale, ovvero un coadiuvante per rinforzare le difese immunitarie contro il raffreddore. In abbinamento a qualche goccia di olio essenziale ottenuto dalla stessa pianta, sprigiona note fortemente balsamiche, che aiutano a liberare il naso e le vie respiratorie.

Abbinamento d’eccezione con questo miele sono le tisane dal gusto deciso, come quelle a base di zenzero e agrumi.

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ROOIBOS MANDARINO E ZENZERO

MELATA DI BOSCO

La melata di bosco è quel particolare tipo di miele che le api bottinano non dai fiori, ma dalle dolci secrezioni di alcuni piccoli insetti (afidi, cocciniglie, psille…) che si nutrono della linfa degli alberi, in particolare abeti, pini, querce, tigli e aceri.

Grazie al suo alto contenuto di sali minerali (potassio, manganese e magnesio), la melata di bosco è un alimento adatto agli sportivi e a tutti coloro che, con la bella stagione, vogliono rimettersi in forma. Il sapore “caramellato” e leggermente speziato rende la melata di bosco compagna ideale di una fetta di pane abbrustolito, ancora caldo, ed è ottima per dolcificare le tisane, in particolar modo quelle a base di the verde, salvia o camomilla.

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TISANA BIOREGOLA

THÉ VERDE

MIELE DI TIGLIO

Le api producono il miele di tiglio dall’omonima pianta diffusa in tutta Italia, specie nelle zone pedemontane. Brezzo ottiene questa varietà esclusivamente in Piemonte, nelle valli della provincia di Cuneo, dove il miele di tiglio raggiunge una qualità eccellente.

È un miele di colore giallo oro, dal gusto balsamico e con persistenti aromi mentolati, caratteristiche che lo rendono un alimento adatto a lenire il mal di gola. Proprio per questo Brezzo lo ha unito ad estratti di pino mugo, propoli e cannella per farne un integratore alimentare della linea Miele Natura, le cui proprietà sono riconosciute dal Ministero della Salute.

Con il suo gusto fresco, dolce e aromatico che ricorda le erbe di montagna, il miele di tiglio è perfetto per dolcificare le tisane a base di menta, malva e verbena.

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Miele di Tiglio

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MENTA E VERBENA

MALVA

[:en]

Cold sunny days and almost sultry weeks of grey skies. Winter 2020 has seen an unusual weather, the warmest of the last 30 years, which have hastened blooming by several weeks.

That’s good news for the bees, who started to work ever since the first flowers have already boomed. But a little less good for us: the change of season brings the usual variations in temperature and, also, a period of physical adaptation that can manifest in tiredness, exhaustion and weakening of the immune defences.

True to Brezzo‘s constant attention to its consumers, we present 3 honeys that are also great for the coming spring, though they are usually fit for the winter season.

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EUCALYPTUS HONEY

With the incredible taste of malt and toffee, eucalyptus honey stands out among the rest for its very particular aroma that has notes of liquorice. This honey is mainly collected in Southern Italy, from two distinct plant species: the Eucalyptus Camaldulensis, which blooms between July and August, and the Eucalyptus Occidentalis, which flowers in September.

Eucalyptus honey is naturally rich in antioxidants and flavonoids, very useful in preventing inflammations. Traditionally, it is considered as a honey for seasonal consumption, a help to strengthen the immune system against colds. Mixed with a few drops of essential oil from the same plant, it releases strong balsamic notes that help free the nose and the respiratory tract.

Excellent pairings with this honey are herbal teas with strong flavours, like ginger or citrus.

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ROOIBOS TANGERINE AND GINGER

LEMON AND GINGER IMONE E ZENZERO

WILD HONEYDEW

Honeydew is a particular type of honey that bees do not gather from flowers, but from the sweet liquids secreted by some small insects (aphids, mealy bugs, psyllidae …) that feed on the sap of the trees, in particular fir, pine, oak, linden and maple.

Thanks to its high content of mineral salts (potassium, manganese and magnesium), wild honeydew is a food suggested for athletes and those who want to get back in shape. Its “caramelized” and slightly spicy flavour makes wild honeydew an ideal pair to warm toasted bread, and it is also an excellent sweetener for herbal teas, particularly green tea, sage or chamomile.

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TISANA (TEA)  BIOREGOLA

 SAGE AND LEMON

GREEN TEA

LINDEN HONEY

Bees make linden honey from the plant of the same name that is common in Italy, especially in those areas located at the foot of the mountains. Brezzo makes this type of honey exclusively in Piedmont, in the valleys of the province of Cuneo, where linden honey is of excellent quality.

It has a golden yellow colour, with balsamic flavours and persistent mentholated aromas, characteristics that make it a food suitable to soothe sore throat. This is why Brezzo has decided to mix it with extracts of mountain pine, propolis and cinnamon to make a food supplement for the line “Miele Natura”, whose properties are acknowledged by the Ministry of Health.

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MINT AND VERBENA

MALLOW

Miele, spezie ed erbe officinali: la forza della natura a servizio del nostro benessere

Miele, spezie ed erbe officinali: la forza della natura a servizio del nostro benessere

Nella storia della medicina, miele ed erbe officinali hanno sempre rivestito un ruolo di primo piano.

Un celebre esempio è contenuto nel De Rerum Natura di Lucrezio. In apertura del suo poema, il letterato latino ricorda che mettere in versi concetti filosofici è operazione simile a quella dei medici che, prima di somministrare ai fanciulli l’amara medicina (il «ripugnante assenzio»), bagnano i bordi del bicchiere con il «biondo liquore», affinché ne sia facilitata l’assunzione.

Grazie all’assenza di contaminazioni, alla dolcezza e alla sua digeribilità, il miele è sempre stato un veicolo ideale per le proprietà officinali delle erbe, amplificandone i benefici e favorendone l’assimilazione.

Un utilizzo che Brezzo ha recuperato attraverso la linea Miele Natura, nata dall’idea di unire la purezza del miele alle proprietà officinali di erbe e spezie.

Una serie di prodotti studiati per agire su ambiti specifici del nostro organismo (in particolare gola, vie respiratorie, sistema immunitario e apparato digerente) che il Ministero della Salute ha riconosciuto come integratori alimentari, ovvero alimenti che, assunti a integrazione della dieta, favoriscono l’apporto di principi nutritivi di comprovata utilità salutistica.

Che cos’è la linea Miele Natura?

La linea Miele Natura proposta da Brezzo comprende sei diversi tipi di prodotto, composti da un mix di ingredienti specifici. La base è costituita da mieli monoflora di altissima qualità, purissimi e non pastorizzati secondo la tradizione Brezzo, a cui vengono aggiunti estratti di erbe e spezie. In alcuni casi la formula viene completata da altri prodotti naturali delle api, principalmente propoli e pappa reale.

Quali sono le proprietà di Miele Natura?

Miele Natura è una vera e propria linea “funzionale”, ovvero studiata per alleviare sintomi infiammatori, rafforzare le difese immunitarie, dare energia, favorire la liberazione delle vie aeree o agire come lenitivo e ricostituenti dell’organismo.

Quali le dosi consigliate?

Una volta scelto il prodotto adatto vostre esigenze, basterà assumere un cucchiaino di Miele Natura al giorno, meglio se al mattino e a stomaco vuoto per massimizzarne gli effetti sull’organismo. 

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BALSAMICO
Naso, gola, vie respiratore

L’azione del miele di eucalipto si unisce al potere balsamico del pino mugo, della menta, dell’eucaliptolo e del mentolo. Grazie alla sua azione balsamica, è un potente alleato contro i raffreddori dell’inverno, le vie respiratorie congestionate, la gola e il naso irritato.

ENERGIZZANTE
Ricostituente

Il miele di sulla, unito al ginseng e alla pappa reale, rende questo preparato un eccezionale ricostituente in grado di donare forza e vigore all’organismo e combattere stati di stanchezza fisica e mentale, scarsa concentrazione o inappetenza. La pappa reale è ricca di vitamine ed amminoacidi, mentre il ginseng è un valido alleato nei casi di stanchezza e spossatezza.

DOLCE BENESSERE
Sistema immunitario

Il miele di melata, unito all’echinacea, all’uncaria e all’astragalo, aiuta a rafforzare l’efficienza del sistema immunitario. L’uncaria, l’echinacea e l’astragalo favoriscono le naturali difese dell’organismo e l’echinacea promuove la corretta funzionalità delle alte vie respiratorie e la difesa contro le sindromi influenzali. L’astragalo, infine, è utile per le sue proprietà di toniche e rinvigorenti.

DOLCE GOLA
Gola irritata e infiammata

Il miele di tiglio, unito al pino mugo, alla propoli, alla cannella e all’erisimo è espressamente indicato per alleviare i sintomi della gola infiammata. Il pino mugo favorisce il benessere di naso e gola. L’erisimo (o erba dei cantanti) promuove un’azione emolliente e lenitiva sulla mucosa orofaringea e sul tono della voce.

MIELE E CURCUMA
Digestione, pelle e benessere

La curcuma è un antinfiammatorio naturale, un antiossidante e un alleato della digestione. Aiuta a combattere l’invecchiamento della pelle e la formazione di radicali liberi. Unita al miele di acacia contribuisce a mantenere in salute l’organismo.

MIELE E ZENZERO
Antinfiammatorio e depurativo

Lo zenzero, noto per le sue proprietà antinfiammatorie, ha effetti disintossicanti e depurativi. È un potente antinfiammatorio e anti-aging. Insieme al miele di acacia, costituisce un mix per una dieta sana e ricca di gusto.

In the history of medicine, honey and medicinal herbs have always played a leading role.

A famous example is contained in De Rerum Natura by Lucrezio. At the opening of his poem, the Latin man of letters remembers that to put into philosophical concepts is an operation similar to that of doctors who, before administering the bitter medicine (the “repugnant absinthe”) to the children, wet the edges of the glass with the ” blond liqueur “, so that it is easier to drink.

Thanks to the absence of contamination, sweetness and digestibility, honey has always been an ideal vehicle for the medicinal properties of herbs, amplifying the benefits and favoring their assimilation.

A use that Brezzo has recovered through the Miele Natura line, born from the idea of ​​combining the purity of honey with the medicinal properties of herbs and spices.

A series of products designed to act on specific areas of our body (in particular the throat, respiratory tract, immune system and digestive system) that the Italian Ministry of Health has recognized as food supplements, or foods that, taken as a supplement to the diet, favor supply of nutritive principles with proven health benefits.

What is the “Natura Honey” line?

The Nature Honey line proposed by Brezzo includes six different types of products, composed of a mix of specific ingredients. The base is made up of high-quality single-flower honeys, very pure and unpasteurized according to the Brezzo tradition, to which are added extracts of herbs and spices. In some cases the formula is supplemented by other natural bee products, mainly propolis and royal jelly.

What are the properties of “Natura Honey”?

Honey Nature is a real “functional” line, which is designed to alleviate inflammatory symptoms, strengthen the immune system, energize, promote the release of the airways or act as a soothing and restorative organism.

Quali le dosi consigliate?

Once you have chosen the right product for your needs, just take one teaspoon of Honey a day, better in the morning and on an empty stomach to maximize its effects on the body.

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BALSAMIC
Nose, throat, respiratory tract

The action of eucalyptus honey is combined with the balsamic power of mugo pine, mint, eucalyptol and menthol. Thanks to its balsamic action, it is a powerful ally against winter colds, congested airways, throat and irritated nose.

ENERGIZING
Tonic

Sulla honey, combined with ginseng and royal jelly, makes this preparation an exceptional tonic able to give strength and vigor to the body and fight states of physical and mental fatigue, poor concentration or lack of appetite. Royal jelly is rich in vitamins and amino acids, while ginseng is a valid ally in cases of fatigue and exhaustion.

SWEET WELLNESS
Immune system

Honeydew honey, combined with echinacea, uncaria and astragalus, helps strengthen the efficiency of the immune system. The uncaria, the echinacea and the astragalus favor the natural defenses of the organism and the echinacea promotes the correct functionality of the upper respiratory tract and the defense against the flu syndromes. Finally, the astragalus is useful for its tonic and invigorating properties.

DOLCE GOLA
Sore and inflamed throat

Lime honey, combined with mountain pine, propolis, cinnamon and erisimo is expressly indicated to alleviate the symptoms of the inflamed throat. Mountain pine favors the well-being of the nose and throat. The erysime (or grass of the singers) promotes an emollient and soothing action on the oropharyngeal mucosa and on the tone of the voice.

HONEY AND CURCUMA
Digestion, skin and wellness

La curcuma è un antinfiammatorio naturale, un antiossidante e un alleato della digestione. Aiuta a combattere l’invecchiamento della pelle e la formazione di radicali liberi. Unita al miele di acacia contribuisce a mantenere in salute l’organismo.

HONEY AND GINGER
Anti-inflammatory and depurative

Ginger, known for its anti-inflammatory properties, has detoxifying and purifying effects. It is a powerful anti-inflammatory and anti-aging product. Together with acacia honey, it is a mix for a healthy and tasteful diet.

Il miele nel sangue, sulle spalle, nelle gambe

Il miele nel sangue, sulle spalle, nelle gambe

Giuseppe Brezzo, seconda generazione della famiglia, ci racconta la straordinaria avventura del padre Gervasio, pioniere del miele piemontese e dell’apicoltura nomade: tra studio, fatica e dedizione alla sua terra.

Giuseppe Brezzo

Il miele nel sangue. Nelle punture delle api a cui, dopo un po’, fai l’abitudine. Il miele sulle spalle. La cui pelle diventa come cuoio dopo che, per tutta la notte, carichi e scarichi le arnie per raggiungere i prati della Valle Maira, dove far bottinare le api sui fiori di montagna. Il miele nelle gambe. Quando per anni imbracci la bicicletta e pedali da Monteu Roero a Reaglie, tra Torino e Pino Torinese, ad ascoltare le lezioni di Don Giacomo Angeleri, il primo maestro di apicoltura in Piemonte.

La famiglia Brezzo ha un rapporto speciale con il miele. Una storia di sacrifici, di passione, di attese, di sfide. Soprattutto di fatica e di imprenditoria volta a valorizzare e promuovere un prodotto che, poco più di 50 anni fa, era tenuto in poca considerazione, utilizzato per curare un raffreddore, al più per lenire gli effetti del mal di gola.

«Ho “giocato” con le api fin dai primi anni della mia infanzia. Mi pungevano in continuazione perché imitavo mio padre che curava gli alveari in un prato vicino a casa», racconta Giuseppe Brezzo, figlio di Gervasio, fondatore, nel 1948, dell’omonima azienda.  «Dopo la guerra, la mia famiglia aveva deciso di affiancare al lavoro della campagna e delle vigne – quasi distrutte dalla fillossera – una produzione di miele del Roero. Era un mezzo come altri per uscire dalla miseria di quegli anni, per integrare il salario. Quando vedevo mio padre alzare i telaini pieni di miele e sorridere riconoscevo che il suo, più che un lavoro, era la passione che avrebbe voluto tramandare alla sua famiglia e il nostro progetto per il futuro».

Non tutti però credevano nelle potenzialità del miele. 

«Ricordo che mio padre, quando volle cominciare sul serio a fare apicoltura, dovette nascondere i telai dalla zia, perché non li vedesse il nonno. Solo dopo avergli dimostrato che si poteva guadagnare con il miele poté operare alla luce del sole: all’epoca ogni investimento che non fosse in agricoltura o nel solco della tradizione era considerato una spesa inutile».

La passione, però, non basta. Il miele e le api sono un’azienda complessa da far funzionare: accanto alla pratica bisogna dotarsi di una seria preparazione teorica. 

«Non c’erano né scuole né maestri di apicoltura nel Roero. Per studiare, mio padre si alzava di notte, la domenica, e raggiungeva in bici Reaglie, a 70 km di distanza, dove teneva messa Don Giacomo Angeleri. Sacerdote e formidabile divulgatore, chiuso il messale, Angeleri accoglieva apicoltori da tutto il Piemonte mostrando loro tecniche e segreti per razionalizzare l’apicoltura, aumentare la qualità del miele e professionalizzare gli operatori. Svecchiava le conoscenze e le pratiche superstiziose attraverso metodi sperimentali e scientifici, aveva scritto un libro, Cinquant’anni con le api e gli apicoltori, tutt’ora un’opera fondamentale per chi si avvicina a questa professione».

A Don Angeleri si deve anche la spinta a cominciare il primo e pioneristico nomadismo delle api.

«Nessuno praticava il nomadismo delle api perché nessuno aveva ancora pensato di seguire le fioriture per produrre mieli di diversa qualità. Don Angeleri aveva un centro sperimentale a Pragelato e aveva mostrato a mio padre come portare in montagna le api e farle bottinare. Il primo camion, con 15 famiglie, fu salutato come una pazzia a Monteu Roero. Si caricava di notte, si legava tutto con delle corde, si partiva per la montagna e, prima di colazione, le arnie erano già state scaricate e piazzate nei campi. Festeggiavamo con pane, salame e qualche bicchiere di vino. Ma la vera fatica era seguire la produzione di miele lungo le stagioni. Ogni due o tre settimane, Gervasio si caricava lo smielatore sulla bicicletta e raggiungeva le arnie per raccogliere il miele appena prodotto. Solo più tardi decidemmo di attrezzare un laboratorio per la raccolta e la lavorazione in loco».

Camino Brezzo con arnie

Dove portavate le api?

A Chialvetta, piccola frazione di Acceglio, in Valle Maira. Un paradiso incontaminato di prati e pascoli di montagna. Dagli anni ’50 è ancora oggi il nostro centro produttivo per il miele di montagna e il miele di rododendro.

Perché non tenevate le api in quota?

Allevare le api in montagna è estremamente difficile. Mentre in primavera e in estate trovano il clima e la flora ideale per bottinare, in inverno le temperature sono troppo rigide per la loro sopravvivenza. Il nomadismo apistico è simile alla transumanza: la bella stagione serve per “pascolare” le api seguendo le fioriture dei campi. D’inverno è necessario spostarle in luoghi più caldi e accoglienti, dove possono essere nutrite e accudite con maggiore facilità.

Quali sono le maggiori differenze fra l’apicoltura di un tempo e quella contemporanea? 

A livello di tecniche, non vi sono grandi differenze. Si utilizzano la stessa cura, le stesse attenzioni, gli stessi strumenti, anche se oggi, in parte, sono meccanici e non più manuali. Oggi la quantità di miele si è tuttavia ridotta a causa dei mutamenti climatici. Le stagioni hanno temperature anomale e variabili: gelate improvvise in primavera o inverni troppo caldi disorientano le api e minano la loro produttività. Il paradosso è che un tempo si raccoglieva tanto miele da non riuscire a venderlo, mentre oggi la richiesta supera la stessa capacità di produzione. Siamo contenti, la riscoperta del miele come prodotto d’eccellenza è anche il frutto dei nostri sacrifici. Ma l’apicoltore di oggi è chiamato a una sfida: difendere la stessa sopravvivenza delle api per continuare a produrre un miele di qualità, puro, incontaminato, uniflorale, espressione viva del suo territorio d’origine.

Qual è l’aspetto dell’apicoltura che le ha regalato e continua a regalarle più soddisfazioni?

Credo che la risposta sia scritta nella storia stessa della famiglia Brezzo. Mio padre Gervasio è stato un pioniere, uno che ha creduto nel proprio territorio e nella qualità dei suoi prodotti. Dopo la guerra non si è lottato solo per la sopravvivenza, ma anche contro lo spopolamento: i giovani abbandonavano le colline per lavorare nell’industria automobilistica di Torino, allora in piena espansione. Mio padre ha regalato alla nostra famiglia una ragione per restare e per lavorare nel Roero. Lo ha fatto riscoprendo tradizioni e valori insiti nella sua stessa terra, prendendo ciò che c’era e – senza badare alla fatica e alle difficoltà – trasformandolo in un’eccellenza oggi riconosciuta e apprezzata in Italia e nel mondo.

Battista Cauda e Gervasio Brezzo vicino alle arnie di montagna

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Giuseppe Brezzo, who belongs to the second generation of his family, recounts the extraordinary adventure of his father Gervasio, a pioneer of Piedmont honey and nomadic beekeeping: his studies, fatigue and dedication to this land.

Giuseppe Brezzo

Honey in the blood. In the bee stings, something you get used to after a while. Honey on the shoulders. Whose skin resembles hide leather following an entire night spent loading and unloading hives bound for the meadows of the Maira Valley where the bees forage on mountain flowers. Honey in the legs.  When, for years on end, astride a bike, you have peddled from  Monteu Roero to Reaglie, from Turin and Pino Torinese, to listen to the lessons held by Don Giacomo Angeleri, the first beekeeping expert in Piedmont.

The Brezzo family has a special relationship with honey. A story consisting of sacrifice, passion, waiting and challenges. Above all, hard work and entrepreneurship focused on valorising and promoting a product which, just over 50 years ago, was considered to be of scarce value, used merely to cure a cold or to relieve a sore throat.

«I have “played” with bees ever since being a toddler. They used to sting me all the time because I copied my father who looked after the hives in a meadow close to our house», recounts Giuseppe Brezzo, son of Gervasio, who founded the eponymous firm in 1948.  «After the war, my family had decided to integrate their farming and vineyard activities – almost destroyed by the phylloxera – with a Roero honey production.  It was a way as good as any other to combat the poverty of those years and earn a little extra money. When I saw my father lift up the frames and smile, I realized that this activity was not just a job, but a real passion he would have liked to pass down to his family as our project for the future».

However, not everyone believed in the potential of honey. 

«I remember that my father, when he decided to go in for beekeeping in a serious way, had to hide the frames at my aunt’s house to prevent my grandfather from seeing them. Only after proving he could make a profit out of honey, was he able to do it openly: at the time, any investment that was not made in farming or in traditional activities was considered to be a waste of resources».

Enthusiasm, however, is not enough. Honey and bees are a complex business to run: the practical side of the activity has to be backed up by a sound theoretical knowledge.   

«There were no beekeeping schools or teachers in the Roero area.  In order to study, my father got up during the night, on Sundays, and went by bike to Reaglie, 70 km away, where Don Giacomo Angeleri said mass.  A priest and a fantastic teacher, when Angeleri closed his missal, he welcomed beekeepers from all over Piedmont, showing them the techniques and secrets to rationalize their activity, to heighten the quality of honey and to provide operators with professional training. He updated existing knowledge and debunked old wives’ tales by using experimental and scientific methods. He also wrote a book entitled  Cinquant’anni con le api e gli apicoltori (Fifty years with bees and beekeepers), which is still an essential textbook for anyone approaching this profession».

Camino Brezzo con arnie

It is also thanks to Don Angeleri that the first pioneering nomadic beekeeping began.

«No one practised nomadic beekeeping because it had not yet occurred to anyone to follow the various flowerings in order to produce different varieties of honey.  Don Angeleri ran an experimental centre at Pragelato and had shown my father how to take the bees into the mountains to forage. The first truck, with 15 families, was judged to be pure folly at  Monteu Roero. They were loaded during the night and everything was secured with ropes before setting off for the mountains. Before breakfast, the hives had already been unloaded and positioned in the fields. We celebrated with bread, salami and a few glasses of wine. But the toughest job was that of following the honey production through the seasons. Every two or three weeks, Gervasio loaded the honey extractor onto his bicycle and went to the hives to collect the newly produced honey. It was only later that we decided to equip a laboratory for collection and processing on site».

Where did you take the bees?

To Chialvetta, a small hamlet of Acceglio, in the Valley Maira. An uncontaminated paradise of mountain meadows and pastures. Since the 50’s, this has been and continues to be our production centre for mountain honey and rhododendron honey.

Why did you not keep the bees at that altitude?

It is extremely difficult to breed bees in the mountains. While they find the ideal climate and flora for foraging in spring and summer, they are unable to survive the harsh temperatures of winter. Nomadic beekeeping is similar to transhumance: the warm seasons are for putting the bees out to “pasture” as they follow the flowering periods in the fields. In the winter time, it is necessary to move them to warmer and more comfortable places where they can be fed and looked after more easily.

What are the main differences between contemporary beekeeping and that of the past?   

Technically speaking, there are no great differences. The same care and attention, the same equipment, even though present-day equipment is mechanical rather than manual. Today,  the honey yield has decreased owing to climate change. Seasonal temperatures are anomalous and variable: sudden spells of frost in spring or excessively warm winters confuse the bees and negatively affect their productivity. The paradox is that, in the past, they used to collect more honey than could be sold, while today’s demand exceeds the production capacity.  We are pleased to say that the rediscovery of the value of honey is also fruit of our hard work. But today’s beekeeper is facing a serious challenge: that of safeguarding the bees’ survival in order to continue producing a quality honey that is pure, uncontaminated, mono floral and a living expression of its land of origin.

Which particular aspect of beekeeping has given you and continues to give you most satisfaction?

I think the answer lies in the Brezzo family history. My father Gervasio was a pioneer, one who believed in his land and in the quality of his products. After the war, he not only struggled to survive but also opposed depopulation caused by young people leaving the hills to work in Turin’s automotive industry, which was then in rapid expansion.  My father gave our family a reason for staying and working in the Roero area. He did so, by rediscovering the traditions and values typical of this land, by taking what existed – despite the fatigue and hardship – and transforming it into an excellent product now acclaimed and sought after in Italy and abroad.

Battista Cauda  e Gervasio Brezzo in the mountains

Perchè un blog?

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Abbiamo un nuovo canale digitale per comunicare direttamente con voi. Una maniera innovativa per creare un’informazione a «Km0». Dal produttore al consumatore vi racconteremo la passione che ci guida a fare il lavoro che più amiamo!

Un blog è come un diario. Ma un diario pubblico, partecipato. Come nel più classico dei diari intimi si annotano pezzi di vita, riflessioni, notizie, opinioni. Ma essendo rivolto direttamente ai lettori, chiamandoli in causa, è possibile usare le sue pagine per comunicare ricerche, conquiste o informazioni utili. Per sua stessa natura, un diario come il blog contiene argomenti differenti, uniti però dalla voglia di comunicare uno stile, un’idea, ciò che si fa e il modo in cui lo si fa. Insomma, quello che si è.

Abbiamo deciso di aprire un blog per comunicare. E farlo in maniera nuova. Ci sono moltissimi blog personali, ma sono ancora pochi quelli aziendali. Vorremmo creare un luogo aperto a tutti, un piccolo punto di riferimento per chi conosce o vuole conoscere Brezzo e i suoi prodotti in maniera immediata. Non filtrata da altri, direttamente dal produttore al consumatore.

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Di cosa parlerà questo blog?

Di apicoltura e di miele, perché sono il DNA della nostra azienda. Ma non solo. Parleremo del miele e del suo contesto, del mondo che ruota attorno alle api e al loro preziosissimo dono, ancora oggi misterioso e troppo sottovalutato. Parleremo delle idee alimentari di qualità: le specialità che la nostra famiglia, ormai dalla fine degli anni ’80 ad oggi ha confezionato per rispondere alle nuove esigenze di consumo, attente alla territorialità, alla tipicità e all’unicità dei prodotti offerti, senza mai venire meno alla qualità e al rispetto dell’ambiente e delle materie prime.

Parleremo anche di storie del miele, di tradizioni e di un territorio, quello del Roero, che è diventato Patrimonio dell’Umanità UNESCO grazie a caratteristiche straordinarie, ancora tutte da scoprire.

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