La raccolta di mieli primaverili è quasi conclusa. Un’annata davvero particolare, dove il caldo anomalo di marzo e dei primi giorni di aprile è stato bruscamente interrotto da improvvise gelate e cattivo tempo, che hanno fermato le fioriture e la produzione di miele.
Una questione di clima, ma non solo. Abbiamo intervistato Fabio e Andrea Brezzo che ci hanno fornito un quadro dettagliato della situazione.
Con la fine dell’inverno e la primavera in fioritura, le api iniziano a bottinare. Quali sono le prime fioriture a cui le api si rivolgono?
Le prime fioriture dell’anno nel Basso Piemonte sono quella del tarassaco, del ciliegio e del melo. Essendo queste fioriture contemporanee l’abilità dell’apicoltore è quella di posizionare i propri alveari in un’area dove ci sia una fioritura prevalente ed una relativa assenza delle altre, in modo da evitare che le api vadano a bottinare su tutti e tre i fiori e riuscire dunque a produrre un miele monoflorale.
Ci potete fornire un piccolo calendario con la raccolta dei mieli primaverili?
Occorre divedere per zone. In Piemonte come detto le prime fioriture sono quelle del tarassaco, del ciliegio e del melo. Quest’anno avendo fatto un mese di marzo e un inizio di aprile molto caldo le fioriture sono state anticipate e sono iniziate già i primi giorni di aprile. A metà dello stesso mese (con due settimane di anticipo rispetto alle annate normali) è fiorita l’acacia che quasi dappertutto rappresenta il raccolto principale. Contemporaneamente in Puglia, in Calabria e in Sicilia è iniziata la fioritura degli agrumeti e quindi la produzione di miele di arancio, limone e mandarino. Dopo un paio di settimane in alcune zone del Centro e Sud Italia c’è la raccolta del miele di sulla.
E di quelli estivi?
Intorno ad inizio giugno in Piemonte sarà la volta del castagno e del tiglio e, dopo qualche settimana sposteremo le nostre api in alta montagna (Valle Maira, nel Cuneese) per produrre il miele di montagna di rododendro e la melata di abete. Più o meno contemporaneamente a queste fioriture in pianura ci sarà la raccolta del girasole, del coriandolo e del trifoglio. Ad inizio luglio i campi inizierà la raccolta del miele di lavanda. A metà luglio in Calabria ed in Sicilia c’è la raccolta del miele di Eucalipto. Tornando in Piemonte, le api che scendono dalla montagna verso inizio agosto sono pronte a raccogliere e produrre la melata di bosco nella zona del Roero e del Monferrato. In queste zone la melata di bosco si protrae fino a fine agosto rappresenta l’ultima raccolta dell’anno. A settembre in Sicilia e soprattutto Calabria fiorisce un tipo particolare di Eucalipto (Eucalyptus Occidentalis) da cui si produce miele. Per l’ultimo miele prodotto in Italia occorre aspettare novembre quando in Sardegna si raccoglie il raro e pregiato miele di corbezzolo.
Quali sono le operazioni di apicoltura che si eseguono in questo periodo?
Terminata la raccolta dell’acacia, in questi giorni è in corso la smielatura (l’estrazione del miele dai telaini). Contemporaneamente l’apicoltore deve controllare le scorte di miele negli alveari in modo da preparare le api per i prossimi spostamenti.
Come sta andando la raccolta?
La raccolta è iniziata abbastanza bene sulle prime fioriture (tarassaco e ciliegio), favorite dal clima caldo. Purtroppo appena si sono iniziati a vedere i primi boccioli di acacia fioriti il clima è drasticamente cambiato.
Quali problemi si sono riscontrati?
Una forte perturbazione proveniente dal Nord Europa ha portato freddo, vento e pioggia. In quasi tutta Italia si è assistito (fenomeno assolutamente inusuale per il periodo) a gelate notturne che hanno compromesso la fioritura e quindi la raccolta. Purtroppo il maltempo è continuato per tutto il periodo della fioritura e la produzione di miele di acacia è stata praticamente nulla. In alcune zone addirittura in piena fioritura si è dovuti intervenire a portare del nutrimento agli alveari affamati in quanto pur circondati da fiori stavano morendo di fame avendo finito le scorte. In assenza di certe condizioni di temperatura e umidità i fiori non rilasciano nettare e le api non possono bottinare. Quello che fa ulteriore rabbia è che, appena terminata la fioritura, il tempo è finalmente virato verso il bello. Ora speriamo che le fioriture estive non riservino brutte sorprese.
Quali cause sono alla base di una diminuzione della produzione?
È un dato di fatto ormai incontrovertibile che si sta producendo meno miele rispetto al passato. Ci sono diverse cause alla base di ciò. In alcune zone ci sono stati problemi legati all’utilizzo di fitofarmaci e diserbanti (in particolare del glifosato) in agricoltura che hanno causato avvelenamento di api e conseguenti spopolamenti. È questo un tema molto importante di cui per fortuna si sta iniziando a parlare su vasta scala e si sta cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica. A nostro avviso però la causa principale delle scarse produzioni degli ultimi anni è però l’ormai evidente cambiamento climatico che si sta verificando in maniera sempre più netta, in particolare in primavera ed inizio estate. Gli inverni sono meno freddi e lasciano spazio a primavere dal clima molto variabile e instabile in cui a settimane di caldo “fuori stagione” seguono settimane di freddo e vento. Il tepore invernale fa sì che la campagna e le fioriture siano anticipate, ancora più stimolate dalle improvvise e fugaci ondate di caldo. Purtroppo però il freddo è destinato a tornare e lo fa quando è più dannoso ovvero quando gli alberi sono già in fiore.
Il 2016 è stato definito un anno nero per le api. Come sarà il 2017? Si possono fare previsioni?
Il 2016 a detta di tutti è stato l’annus horribilis per l’apicoltura italiana e, sinceramente, si pensava di aver toccato il fondo. Purtroppo dalle prime indicazioni il 2017, almeno al Centro Nord, sembra essere iniziato in maniera ancora peggiore. La raccolta del miele di acacia, che per gli apicoltori rappresenta la maggior fonte del reddito, è stata più che disastrosa, è stata nulla. Questo causerà diversi problemi. Infatti oltre all’assenza del prodotto comporterà anche problemi agli alveari che si stanno indebolendo e arriveranno quindi con meno scorte e meno pronti per le prossime fioriture.
Ci sono rischi di contraffazione o frodi?
In periodi di scarsità di raccolto è bene prestare attenzione al prezzo, indicatore importante. Un miele d’acacia molto economico può rivelare che la materia prima è stata acquistata all’estero, o miscelata con quella autoctona. L’etichetta del miele è comunque parlante. Se compare la dicitura ITALIANO – come per i nostri mieli prodotti in Piemonte, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia Sardegna – per legge il miele deve provenire dal nostro Paese. È una scelta di serietà e trasparenza che tutela, prima di tutto, il consumatore e il suo diritto ad essere informato correttamente.